Mosche, cavallette, scarafaggi e premio Nobel by Luigi Garlando

Mosche, cavallette, scarafaggi e premio Nobel by Luigi Garlando

autore:Luigi Garlando [Garlando, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


12

BIANCO E NERO

St. Louis, 1968

Dopo un mese a St. Louis, potevo già dire di essermi ambientato nel campus universitario e di muovermi con una certa sicurezza in città. Sentivo il bisogno di allargare il raggio delle mie conoscenze e di concedermi qualche gita fuori porta, anche perché la bella stagione in arrivo metteva voglia di viaggiare.

Ne parlai con Seshan, che non aveva ancora un’auto. Decidemmo di provare a comprarcene una insieme. Dico “provare” perché i soldi che riuscimmo a mettere insieme in due sembravano più adatti per l’acquisto di una bici che di una quattro ruote.

Riuscimmo a portare a casa una Buick bianca e blu che doveva aver visto la guerra di secessione. Aveva un buco enorme proprio davanti al sedile di guida. Quando mi fermavo a un semaforo potevo appoggiare i piedi direttamente sull’asfalto. Per questo la battezzammo “la nostra Buick a pedali”. Ma il motore sembrava ancora in buona salute e superò a pieni voti il primo esame, la spedizione sui vicini monti Ozark per visitare le grotte Meramec, le più grandi del Missouri: uno spettacolare budello di gallerie e cunicoli, lungo quasi otto chilometri.

Invitammo anche Barbara che avrebbe potuto trovare ispirazione per una delle sue tele e che conosceva bene il sito. Ci spiegò che, secondo la leggenda, in quelle grotte si era rifugiato il celebre bandito Jesse James.

Durante la gita chiesi all’indiano la situazione degli studi sull’NGF. Mi fece capire che dopo il grande entusiasmo dei primi anni Sessanta, in seguito alle scoperte rivoluzionarie di Rita Levi- Montalcini e Stanley Cohen, la ricerca si era un po’ arenata. Alcuni esperimenti con l’anti-NGF non avevano dato i risultati attesi e più di uno scienziato nel mondo aveva espresso riserve e scetticismo sul fattore di crescita. In parole molto povere: non si capiva a che cosa potesse servire la molecola proteica e lo sbocco clinico sembrava ancora remoto.

«Se la scienza non porta a qualcosa di utile che faccia stare meglio la gente, a che cosa serve?» si chiese Seshan.

Barbara, in modo ancora più crudo, ma efficace, aggiunse: «Un ombrello bucato non lo ha ancora inventato nessuno, ma chi lo utilizzerebbe?».

L’indiano mi spiegò infine che la Professoressa continuava a seguire la ricerca sull’NGF, a cominciare da quelle fatte dai due Pietro, ma, secondo lui, aveva perso parecchio entusiasmo e anche per questo aveva cambiato campo di studio, dedicandosi agli insetti. Era certa che anche gli invertebrati producessero un loro fattore di crescita e sperava che una nuova scoperta, un’intuizione geniale come quella di Stan sul veleno dei serpenti o anche solo un colpo di fortuna, potesse far ripartire con entusiasmo la caccia al fantasma.

Un paio di giorni prima del mio compleanno mi arrivò il regalo di Francesca, un golf di cotone blu con il collo a V. Al telefono mi spiegò che da qualche settimana aveva trovato un impiego con alcune amiche in una maglieria di Amantea e in quel pullover c’era il lavoro delle sue mani. Mi stava abbastanza stretto, ma non glielo dissi. Probabilmente mi vedeva ancora come il convalescente reduce dalla Germania, mentre a St.



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